"Noi pensavamo di mettere in piedi un luogo che fosse un contenitore di storie invece è la gente a venire da noi per raccontarci la propria, di storia. Quello che realizzano a casa, quello che hanno portato avanti magari in gioventù, venti o trenta anni fa. Non credevamo di trovare tanto entusiasmo e curiosità". Alessandra Pischetola, tra i promotori dell'idea, racconta così l'esperimento creativo de' "La Factory Indoor", un negozio temporaneo, che ha aperto i battenti in via Pupino 24/B lo scorso 26 novembre e resterà fruibile fino a Natale. Un'idea fuori dal comune per Taranto, che garantisce originalità per l'acquisto degli ultimi regali e permette di conoscere qualcosa in più del mondo dell'artigianato creativo, ad impatto zero, che fa del riuso, dell'attenzione ai dettagli, della qualità dei materiali e dell'inventiva i suoi punti di forza. Sono 36 gli artigiani pugliesi coinvolti. La metà provengono da Taranto e provincia. E 20 i progetti già avviati da anni, che hanno trovato casa nell'atmosfera carica di energia di questa esposizione permanente che stavolta, trovandosi in pieno centro cittadino, si rivolge anche a target differenti dai soliti.
Alessandra, come nasce La Factory, l'area espositiva da cui poi è scaturito questo negozio temporaneo?
«È un progetto nato due anni fa, per volontà mia e di Francesco Maggio, quando ci chiesero di organizzare un'area espositiva che riunisse vari artigiani in un locale dove si faceva musica. Noi viviamo e lavoriamo a Taranto. Il nostro laboratorio è qui. La nostra casa è qui. Ci muoviamo da tanti anni nel mondo dell'artigianato, abbiamo un nostro progetto, che si chiama Sperimentàle. Io lavoro il metallo e lui il legno. Le nostre creazioni ci hanno portato in giro in tutta Italia, sia in mercatini artigianali che in grandi fiere o eventi ed esposizioni per brand emergenti, come alla Settimana della Moda o alla Design Week, entrambe a Milano. Quando abbiamo avuto l'occasione di avere carta bianca per un'area espositiva da fare nella nostra città, abbiamo preso tutto quello che abbiamo visto fuori, dove viene molto valorizzato il lavoro artigianale e la scelta di molti giovani, o meno giovani, di percorrere una strada lavorativa non convenzionale. Altrove chi faceva questa scelta si riuniva in gruppo, si spalleggiava. Abbiamo provato a farlo anche noi qui».
E poi?
«Nel 2014 all'area espositiva in questo locale demmo un nome, 'La Factory' appunto, che della semplicità, della cura degli espositori e delle esposizioni, della scelta accurata dei progetti da esporre, della collaborazione tra gli espositori, ha fatto un punto di forza. Ci è servito soprattutto per parlare moltissimo a tutti, soprattutto a chi non fa parte di questo mondo e non lo immagina, quanto lavoro c'è dietro il progetto artigianale ed artistico di ognuno».
Fin qui siamo a 'La Factory' ...ma dalle esposizioni in singoli eventi ad un negozio temporaneo in pieno centro come ci siete arrivati?
«È accaduto che io e Francesco, che lavoriamo molto anche a Bari, abbiamo fondato lì un'associazione di ragazzi che fanno il nostro stesso lavoro, con l'idea di autopromuoverci . Si chiama "Artificio" e riunisce 6 progetti e 9 componenti. La prima esperienza di esposizione temporanea dunque l'abbiamo fatta lì, a Bari. Intanto anche su Taranto abbiamo messo in piedi un'associazione di artigiani, che si chiama 'Il gazebo esagonale', con l'obiettivo di promuovere l'autoproduzione e di stanare tutte quelle realtà che si muovono in questo ambito. Non parliamo solo di produrre oggetti. Il termine 'autoproduzione' abbraccia tanti ambiti, da quello artigianale al teatro, all'editoria, al cinema, alla cultura in genere. Taranto è una città in cui chi fa cultura la fa da solo. Noi invece giochiamo di squadra».
E ci siete riusciti. Dal 26 novembre siete in via Pupino. Quali difficoltà avete avuto?
«Ci siamo dovuti scontrare con la burocrazia, perché la nostra idea era di farlo nell'assoluta trasparenza, senza trasgredire a regole e leggi. Ci sono voluti permessi, ci hanno chiarito cosa si poteva e non si poteva fare. Non è stato agevole poi trovare fattivamente uno spazio dove mostrare. Questa è una fase del nostro lavoro. Gli espositori che trovate sono tutti brand in crescita, progetti che stanno prendendo piede ma perché crescano è necessario che si mostrino. Non è facile convincere i proprietari dei locali a dare a dei perfetti sconosciuti che fanno lavori anche 'un po' strani', un locale in consegna per quindici-venti giorni. Loro, soprattutto nelle zone centrali, aspirano a contratti di affitto più cospicui. I locali costano, quindi bisogna considerare tutta una serie di spese e poi gestire un' esposizione temporanea richiede il suo tempo. Qui siamo in 5, soci dell'associazione, a darci il cambio e fare i turni. In questi 28 giorni inoltre abbiamo organizzato 3 workshop ed aperitivi domenicali per presentare alcuni progetti esposti. Servono tempo, energia , entusiasmo e volontà» .
Come definiresti la 'Factory indoor'?
«Non un negozio ma un contenitore di storie, dove la gente si racconta, ascolta. E l'obiettivo è anche conoscere nuovi artigiani, scoprirci e parlare di quello che facciamo. Spesso chi viene qui ci dice: "eh c'è bisogno di questi progetti, c'è bisogno di creatività, perché in questa città manca". Ed invece non è vero. In questa città esiste la creatività! Chi ha partecipato a questo progetto non lo ha fatto creando qualcosa di apposito per l'esposizione temporanea in centro. Ci sono percorsi di anni, per ciascuno. Quando una persona entra nel negozio noi la conduciamo in un viaggio tra i singoli espositori, i venti progetti. Ognuno sceglie, o se non lo fa, andando via saprà che c'è chi si occupa di progetti creativi a Taranto ed in Puglia».
Bene, allora accompagnaci in questo viaggio tra i singoli espositori. Cosa possiamo trovare?
«Direi... di tutto, perché il nostro obiettivo era mostrare il più possibile di ogni progetto creativo.
(Di ogni progetto c'è il link Facebook dove cercare maggiori info, ndr):
LE FALENE: un artigiano di Putignano. È partito facendo complementi d'arredo, come specchi o lampadari in legno e resina. Oggi lavora quasi esclusivamente i fili di metallo. Li intreccia, anche cinque insieme, e fa dei lavori complessi ma pulitissimi. Realizza collane rigide bellissime, anelli ed accessori.
https://www.facebook.com/LeFalene/?fref=ts
MENTI A CONTATTO: un grafico, una sarta ed un artigiano che taglia vinili. Tre ragazzi di Martina Franca che hanno una produzione di magliette ed accessori, come pochette, portacarte, portamonete, con una grafica ironica e fuori dal comune.
https://www.facebook.com/mentiacontatto/?fref=ts
UPARTH: lei è di Bari, lavora il cuoio ed ha imparato a farlo da un artigiano a bottega. Cuce a mano, crea le dime (ndr, stampi realizzati per poter riprodurre una spaziatura, il profilo di un oggetto, o l'oggetto stesso) per i suoi progetti. Tinge lei stessa. Fa dai bracciali alle borse, tutto in cuoio. A questo unisce una passione per la grafica, per questo, lavorando sugli aforismi, produce quaderni, biglietti d'auguri su carta paglia rigenerata, stampata da lei, ed anche magneti, spillette, con una grafica minimale e d'impatto.
https://www.facebook.com/uparthandmade/?fref=ts
EU SORRIO: di Bari, un'artigiana che realizza accessori eclettici con la stoffa e di stagione in stagione cambia produzioni e materiali. È partita con la lavorazione della pasta polimerica con cui faceva oggettini, poi è passata agli accessori e crea borse e pochette fatte a maglia, . Lavora con la stoffa in ogni modo. È una bomba di creatività
https://www.facebook.com/esorrio?ref=ts&fref=ts&qsefr=1
AMMOSTRO: da Taranto, un collettivo di sei artigiane: tre orafe, una sarta modellista, un'artigiana del cuoio, un'illustratrice, che hanno unito le loro arti. Il progetto è nato come serigrafia sociale, ed applicano la tecnica serigrafica ai manufatti che loro stesse producono dalla A alla Z. Hanno una linea di abbigliamento, creano accessori e taccuini. La loro particolarità è che sono molto legate al territorio quindi i segni grafici serigrafati, li attingono dalle suggestioni che la città offre loro. Inoltre usano tinte naturali, estraendole dalla frutta.
https://www.facebook.com/ammostroTA/
SPERIMENTALE: siamo noi, io e Francesco. Io lavoro il metallo, lui il legno. Io ho una qualifica da orafo e dopo aver appreso le tecniche orafe mi sono completamente spostata sull'alluminio per una questione etica, perché l'alluminio è riciclabile infinite volte e mi piaceva ricreare qualcosa il cui valore fosse dato dalla lavorazione fatta e non dal materiale utilizzato. Applicare le tecniche orafe sull'alluminio non è facile, perché non si tratta di un metallo prezioso ma ha caratteristiche fisiche che rendono necessario un adattamento. Ad oggi lavoro molto con il traforo orafo dell'alluminio ed ho linee realizzate da me, ispirate alle fotografie che io stesso faccio. Con Francesco abbiamo unito le nostre passioni. Lui lavora il legno ed ha imparato a farlo dal nonno. Abbiamo utilizzato alluminio e legno d'ulivo per fare accessori insieme. Adesso abbiamo cominciato a realizzare complementi d'arredo. Lavorazione del legno manuale, senza tornio, con sega e scalpello. Io anche non uso macchinari.
https://www.facebook.com/speriment.Ale/?fref=ts
SPAPELANDO: è un'artigiana di Bari, che lavora la carta con la tecnica dell'intreccio del vimini. È venuta a fare un workshop qui da noi e ci ha insegnato come fare gli alberi di Natale e le stelle di carta che poi ci ha dato. È bravissima. Usa le cannucce di carta dei volantini per intrecciare e fare lampadari, cestini, complementi d'arredo ed accessori. Una tecnica che abbiamo scoperto durante l'incontro non essere per niente facile ma lei è innamorata di questo utilizzo della carta.
https://www.facebook.com/spapelando/?fref=ts
MIRCO MORETTI: è un collezionista, appassionato di vinili, che vende i suoi doppioni. Abbiamo voluto avere almeno un elemento vintage nella nostra 'Factory indoor'. Ha portato la sua raccolta di vinili, alcune ristampe di vinili storici in edizione limitata, musica rock, indipendente, italiana e qualche colonna sonora.
https://www.facebook.com/mirco.moretti.58?fref=ts
LIFEONMUGS: due tarantini. Lei è un'illustratrice e lui un copy writer. Creano delle illustrazioni che stampano su tazze, locandine, segnalibri. Sono ironici e si ispirano alla cultura pop. Sprigionano un'energia che si coglie subito nelle loro creazioni ed hanno il sogno di aprire un'agenzia di comunicazione tutta loro.
https://www.facebook.com/lifeonmugs/?fref=ts
CHARI: è un'artigiana di Bari. Ha iniziato con una macchina da cucire regalata dai genitori, realizzando vestiti. Esposte da noi abbiamo una sua collezione di mantelle e cappelli in lana ed una collezione di borse e zaini. Lavora su scarti di tessuto, tessuti riciclati oppure su rimanenze tessili di grandi distribuzioni. I suoi manufatti sono unici, completamente diversi uno dall'altro, non solo per le combinazioni delle lane ma anche per il modello. Non più di due per ognuno.
https://www.facebook.com/ChariSartoriaCreativa/?fref=ts
PATAMARINA: di Bari, realizza accessori in rame e pietre naturali e capi di abbigliamento. I suoi accessori sono piccoli ma curatissimi. Fa una scelta tra le pietre, rigorosamente naturali, che non è mai casuale. Le pietre devono essere in un certo modo, di una certa qualità e con una certa forma per adattarsi alla linea di accessori che ha. Nulla con lei è lasciato al caso. Una dedizione che è evidente nelle sue creazioni. Lavoro molto su colori pastello. Ama le spille con farfalle ed i fiori.
https://www.facebook.com/Patamarina/?fref=ts
LIOVA: lei è di Crispiano. Crea i suoi manufatti, li dipinge e poi li stampa. Al lavoro artigianale si aggiunge l'originalità dello stile e delle grafiche. È un'appassionata del Sud America. Nelle sue stampe troviamo ad esempio Frida Kalo o lavori sul culto dei morti messicano e poi le sue grafiche si ispirano molto ai tatuaggi old school. Realizza accessori donna e oggetti per la casa
https://www.facebook.com/liova.giovinazzi/photos?lst=1533222532%3A100008070215440%3A1482078625&source_ref=pb_friends_tl
LUCA MIGLIARESI: lavora il vetro e copre tutta la produzione tradizionale con questo materiale. Abbiamo un campionario delle sue collezioni, sia come oggetti per la casa, d'arredo, che accessori da donna. Usa spesso la tecnica Tiffany nelle sue creazioni.
https://www.facebook.com/luca.migliaresi?fref=ts
GOODWOOD: due generazioni a confronto, perché sono padre e figlio di Martina Franca. Lavorano insieme il legno. Realizzano oggetti tradizione ed innovazione. Un esempio? I papillon in legno o una lampada a forma di molletta. Impagliano anche sedie e restaurano mobili.
https://www.facebook.com/goodwoodesign/?fref=ts
ALTERNATIVE BIJOUX: Valentina ed il suo compagno, Luciano, che si occupa di restauro mobili, creano oggetti utilizzando materiali di scarto. Noi qui abbiamo orecchini e portachiavi. Gli accessori sono tutti diversi perché utilizzano il materiale che trovano, dando loro nuova dignità.
https://www.facebook.com/alternativebijoux/?fref=ts
MACRì: è il progetto di una tarantina e di una sua amica di Spinazzola. Due pugliesi fuori dal comune che hanno abbandonato un lavoro a tempo indeterminato al nord per avviare una sartoria equosolidale. Svolgono laboratori di sartoria in Gambia per insegnare alle donne del posto un lavoro, intanto si sono innamorate delle stoffe africane e adesso le combinano con tessuti italiani, per capi di abbigliamento eccentrici, colorati. Ne vengono fuori piccoli gioielli, pezzi unici, rifiniti nel dettaglio.
https://www.facebook.com/MaCr%C3%AC-880155412012852/?fref=ts
MR. VERTIGO: progetto di due ragazze di Bari. Loro fanno un percorso al contrario. Partono dalla stoffa, che lavorano sul manichino, e dopo aver definito il modello, passano al cartamodello e così nasce la collezione. Scelgono una linea che declinano in vari modi: cioè iniziano dall'abito, e con la stessa idea, realizzano gonne, top, e così di stagione in stagione. Usano molti ritagli di stoffa, quindi non succede praticamente mai che ci siano due pezzi uguali. Da poco sono partite con un nuovo progetto, "Sartoria Letteraria", e realizzano borse, collane e gonne, facendosi ispirare da alcuni testi e trasformando gli utilizzi. Così una gonna diventa una mantella o un top, e le collane, con brevi stralci di componimenti poetici, diventano ciondoli.
https://www.facebook.com/mrvertigoheadmade/?fref=ts
ARS@LAB: un altro progetto di Taranto, questa artigiana realizza davvero qualunque cosa all'uncinetto. Dai personaggi per portachiavi, all'abbigliamento, dagli accessori per la casa, a bambole e giocattoli per bambini. In una lavorazione così artigianale, ha inserito versatilità ed innovazione e con pochi tratti, ad esempio, crea personaggi : penso a Michael Jackson, Frida Kalo, Audrey Hepburn, Gandhi e tanti altri, che sono portachiavi originalissimi.
https://www.facebook.com/arsatlab/?fref=ts
SPINE: collettivo di otto professionisti tra cui una tarantina, che si occupano di incoraggiare l'autoproduzione nell'editoria per immagine e nell'editoria per infanzia. Sono un bookshop itinerante. Ognuno di loro ha il proprio ambito di ricerca e lavorano anche con l'autoproduzione estera. Gli autori con loro hanno piena liberta, anche nella forma da dare al loro libro. E qui ci hanno portato una sorta di campionario, con molte edizioni limitate.
https://www.facebook.com/spinebookstore/?fref=ts
MARIBUSSOLA CREAZIONI: lei è di Putignano. È partita dalla creazione di accessori, facendosi ispirare all'estetica giapponese, che l'appassiona molto. Le prime produzioni erano con tessuti di kimono, con cui realizzava accessori, combinati con legno o plexiglas tagliato a laser, su cui faceva incidere segni grafici suoi, d'ispirazione nipponica. Ha un grande talento per illustrazione e disegno, per questo da un anno, si sta occupando di stampe linografiche. Incide tavole di linoleum con bisturi, dopo aver realizzato le illustrazioni, pensate da lei, poi inchiostra e crea o stampe su carta o su tessuto ed in questa maniera ha dato vita a tanti lavori. Adesso si sta dedicando a piccoli timbri che vanno a personalizzare i libri ma ha realizzato anche una linea di stampe dedicata all'anatomia umana, che si chiama INSIDE, inteso non solo come dentro ma anche come 'fatto a pezzi', perché nelle stampe ci sono le sue rivisitazioni di mani, piedi, cassa toracica, dell'utero e così via.
https://www.facebook.com/marisa.liuzzi?fref=ts
La gente come sta reagendo? Ha capito il senso dell'iniziativa?
«La gente si mostra curiosa, entusiasta e propositiva. Ci aspettavamo più diffidenza e freddezza invece c'è volontà di conoscere questo mondo dell'artigianato creativo. Molti ci chiedono cosa c'è dietro quello che acquistano, hanno desiderio di oggetti unici e c'è meno voglia di omologazione di quanto si possa pensare. E poi c'è tanta gente che avrebbe voluto fare questo 20, 30 anni fa: raccogliere artigiani e metterli tutti insieme. Molti vengono qui e ci raccontano le loro storie, come hanno restaurato una poltrona o inventato un lampadario. È uno scambio continuo. Sono tutti molto colpiti dal fatto che tutti gli allestimenti ce li siamo creati noi, con materiali di recupero e scarto. Abbiamo ripreso il concetto di dare nuova vita e nuova dignità alle cose. Molte persone ascoltano anche per un'ora di seguito tutti i progetti senza annoiarsi. Siamo contentissimi della reazione della città. Dietro questi oggetti ci sono delle storie, delle persone, delle esperienze. La gente lo capisce e molti tornano. Tantissimi sono proprio entrati nella filosofia del posto. È una riscoperta della nostra città di cui sentivamo il bisogno. Ora possiamo dire che c'è terreno su cui lavorare, che non siamo soli a voler 'resistere'» .
Breve digressione: tu hai partecipato due anni fa al workshop promosso da Legambiente Puglia, "Imparare ad intraprendere", che si è tenuto alla Subfor. Ti è servito per arrivare a concretizzare il progetto de' "La Factory"?
"Direi di sì. Sono arrivata lì presentando come idea progettuale proprio 'La Factory'. Mi è servito ad apprendere, visto che sono una spugna ed ogni esperienza per me è formativa, ma anche per entrare in contatto con una serie di realtà istituzionali e poi per conoscere altri 'sognatori' come me, che in questi anni hanno concretizzato il loro progetto e sono anche venuti a trovarci".
Torniamo all'esposizione temporanea di via Pupino. Chiudete la sera del 24 dicembre. E dopo che succede?
«Questo era un inizio. Adesso che la risposta è stata così positiva possiamo pensare al futuro. Ogni progetto ha comunque i suoi canali di promozione e continueremo a portarli avanti e pubblicizzarli tutti come meritano».
Marina Luzzi
Martedì, 20 Dicembre 2016 22:23
A Taranto, fino a Natale, La Factory Indoor: artigianato ad impatto zero, riuso, dettagli, qualità, inventiva
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