Lettera al Ministro della Salute Balduzzi
Legambiente, partendo dalla valutazione della grave situazione sanitaria della città di Taranto, ritiene siano prioritari alcuni interventi per limitare i rischi cui è esposta la popolazione, nonché ai fini della prevenzione e della cura delle patologie connesse all’inquinamento di origine industriale.
In particolare le richieste di Legambiente riguardano:
1.uno studio serio e approfondito sulla popolazione e sull’ambiente che dia chiare indicazioni ai cittadini sui comportamenti da attuare o da evitare per limitare il rischio, e l’attuazione di una conseguente, capillare, campagna di informazione nel merito della popolazione
2.un’indagine analoga alla perizia prodotta dagli epidemiologi nell’ambito dell’inchiesta sull’Ilva (estremamente rigorosa ma contestualmente agile e veloce nei tempi di realizzazione) sulle ricadute sanitarie degli altri principali impianti industriali presenti sul territorio: ENI, CEMENTIR, ARSENALE MARINA MILITARE. Non si aspetti che sia la magistratura ad intervenire. Non si affrontino questi problemi solo quando si verifica un’emergenza: il dottor Forastiere, coordinatore del gruppo che ha redatto la perizia epidemiologica, nell’ambito dell’incidente probatorio in cui fu discussa la stessa perizia ha espresso il suo stupore che un’indagine come quella condotta dalla procura non fosse stata realizzata prima e che l’input fosse dovuto venire dalla magistratura
3.la creazione e il potenziamento di presidi di prevenzione e cura specializzati nelle patologie connesse all’inquinamento per garantire la prevenzione e la possibilità di cure adeguate a tutti i cittadini senza distinzioni di reddito e senza dover ricorrere ai cosiddetti “viaggi della speranza”. Si ricorda che nella perizia emerge chiaramente che si ammala e muore di più chi ha un reddito più basso e questo è inaccettabile in un Paese che resta tra i più ricchi del mondo. Primo obiettivo deve essere quello di ridurre le drammatiche liste d’attesa (anche più di un anno in alcuni casi) per accedere a visite ospedaliere ed esami clinici indispensabili per una vera prevenzione
4.la creazione di una commissione di coordinamento, con membri privi di conflitti di interesse, scelti e condivisi dalle varie associazioni e non calati dall'alto
5.la previsione di un budget per la ricerca epidemiologica e ambientale a Taranto.
Infine Legambiente ricorda al Ministro e, attraverso la Sua persona, all’intero Governo che in un contesto così gravemente compromesso dal punto di vista sanitario e ambientale non è tollerabile alcuna implementazione di impianti industriali che abbiano un più o meno rilevante impatto senza un ulteriore insopportabile danno per la salute dei cittadini. Pertanto ritiene necessario bloccare il raddoppio dell’inceneritore Appia Energy di Massafra (geograficamente molto vicino alla città di Taranto) la cui utilità è tra l’altro del tutto discutibile in un contesto in cui è presente una capacità di smaltimento dei rifiuti ampiamente superiore alle necessità territoriali.
Taranto, 22 ottobre 2012
Lettera al Ministro Clini
Egregio Ministro,
dopo le polemiche di questi ultimi giorni e alcune Sue affermazioni apparse sui giornali in merito ai dati epidemiologici relativi al territorio di Taranto, riteniamo doveroso andare oltre le polemiche mentre rimane indispensabile sottolineare la necessità di tener conto dei dati epidemiologici nella stesura della nuova AIA per l’ILVA. Crediamo fermamente che i dati prodotti da soggetti autorevoli come l’OMS, l’ISS, la ASL, l’Arpa, nonché i dati emersi nella perizia epidemiologica presentata nell’ambito dell’incidente probatorio dell’inchiesta per disastro ambientale in cui è coinvolta l’ILVA, in contraddittorio tra le parti e dunque con il valore di prova come riconosciuto dal Codice di Procedura Penale - siano attendibili e molto preoccupanti visti gli eccessi rispetto ai risultati attesi di tumori e di altre patologie, tra cui in particolare quelle respiratorie acute. Non ci interessa qui avventurarci nelle cifre e nelle percentuali, ma ci sembra di poter affermare che in tutti gli studi emerga il dato incontrovertibile di un eccesso statisticamente significativo di patologie anche gravi e di mortalità per tutte le cause. Anche i risultati di recente pubblicati dalla stampa sull’aggiornamento dello studio Sentieri al 2008 non fanno che confermare un quadro già noto, e d’altra parte non essendoci stati dei cambiamenti sostanziali nella realtà ambientale della città non poteva essere diversamente.
Se questo è - come a nostro parere sembra evidente da tutti i report e gli articoli scientifici pubblicati su riviste con revisori cui abbiamo avuto accesso, incluso lo studio Sentieri che commissionato all’ISS si occupa principalmente della correlazione tra inquinamento e patologie in 44 dei siti di interesse nazionale censiti in Italia - pensiamo che si debba agire di conseguenza. I risultati così fortemente concordanti tra loro dovrebbero essere di indirizzo per la presa di decisioni e pertanto le chiediamo di tenere conto della situazione sanitaria di Taranto nella nuova AIA per l’ILVA cominciando con l’acquisizione agli atti di tutta la documentazione relativa e condizionando anche ad essa le prescrizioni che saranno impartite all’azienda, nonché le azioni di controllo e sorveglianza che la parte pubblica dovrà assolvere.
Vittorio Cogliati Dezza
Presidente nazionale di Legambiente
